Il nostro modo di abitare sta cambiando, le nostre case sono state le vere protagoniste di questo inaspettato 2020, durante il lock-down abbiamo capito quanto l’ambiente domestico abbia una importanza centrale nella nostra quotidianità. Dopo anni di cene ed aperitivi dopo il lavoro, di lunghe giornate passate in ufficio, di ambienti spesso usati come dormitori, durante il lock-down molti di noi hanno ricominciato a vivere l’abitazione, lavorare a casa, cucinare, invitare un amico a cena per non dover uscire ed indossare la mascherina. Il luogo sicuro la casa, la nostra palestra, il nostro ufficio smart, ma anche il nostro ristorante e magari il nostro nuovo orticello sul balcone, i vicini di casa quelli che abbiamo conosciuto affacciandoci alla finestra. Come sarà la casa del futuro?

Aggiungeremo km e m2 alle nostre case?
La necessità di scegliere una casa ad una distanza adeguata dal posto di lavoro, con lo smart-working è stata soppiantata dall’idea di spostarsi in un abitazione più grande, magari fuori città. La centralità era stata una delle nostre priorità fino a prima dell’evento COVID-19. La distanza casa-lavoro, la voglia di avere la “movida” dietro casa, tutti i giovani si erano spinti verso il centro della città, vivendo anche in piccole abitazioni mono-camera, oppure in condivisione, purché di restare vicino al centro. Ora le nostre esigenze sono cambiate, abbiamo capito che lavorare a casa ed essere produttivi è possibile, abbiamo riscoperto l’importanza di avere i nostri spazi ed abbiamo rivalutato il valore della natura vicino a casa in contrasto con il grigio della città asfaltata. La stessa distribuzione planimetrica della casa ideale ha acquisito nel nostro immaginario un luogo dedicato al lavoro, una stanza in cui raccogliere i nostri hobby ed in cui lavorare in un ambiente conoscono e tranquillo, lontano dai rumori della cucina, separato e contenuto per poter poter attendere conference call senza imbarazzo. Sopratutto per le famiglie con figli lo spazio della casa torna ad essere riprogettato con ambienti comuni, ma anche spazi di isolamento per poter lavorare, studiare, giocare senza creare disturbo agli altri membri della famiglia. Queste esigenze diverse cambieranno per sempre le nostre scelte nella location e nella metratura delle nostre case?
Le case diventeranno smart?
La domotica e le apparecchiature WiFi/Bluetooth sono sempre state un lusso più che una comodità. Ma oggi sappiamo che abbiamo bisogno di comunicare da casa, di restare connessi, di essere pronti a condividere a distanza. Oggi siamo consapevoli che sarebbe meglio utilizzare la tecnologia vocale per controllare dispositivi ed elettronica, per evitare di toccare le maniglie delle porte, gli interruttori quando torniamo a casa ed è buio. Nuove funzionalità incentrate sulla salute diventeranno più comuni, come le superfici auto-igienizzanti, il monitoraggio della qualità dell’aria interna, i sistemi di trattamento dell’aria UV. Il benessere abitativo è oggigiorno direttamente dipendente dalla tecnologia, non solo perché abbiamo bisogno di vivere in un luogo dove la rete internet ci garantisca una connessione stabile e potente, ma anche per soddisfare una crescente esigenza di comfort abitativo. Il controllo della temperatura attraverso l’installazione di sistemi di condizionamento e di cappotti termici. Infissi che possano silenziare il rumore della strada e che offrano un buon taglio termico. Le tecnologie costruttive negli ultimi anni hanno raggiunto classi di benessere fino alla A4+ per case che non solo permettono di risparmiare sulle bollette, ma che sappiano anche rendere piacevole la nostra più lunga permanenza nell’edificio.